28 febbraio 2015

La vita agli "arresti domiciliari" di chi assiste un familiare malato



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credit photo invisibili.corriere.it
Una campagna per sensibilizzare la rete sui caregiver, ovvero chi dona la propria vita all'assistenza di un parente malato o disabile. L'Italia è l'unico paese in cui questa figura non è riconosciuta.
Una campagna con spot video e hashtag che racconta la vita di chi assiste un familiare gravemente disabile: è #maipiusoli l'appello lanciato attraverso le parole di Chiara, ma che vuole dare voce a tutti i caregiver d'Italia.

Il caregiver è colui o colei che dona tutta la propria vita all'assistenza di un parente gravemente malato: come Chiara, che da sempre assiste il figlio Simone, affetto da grave disabilità. L'obiettivo della campagna è quello di avere un riconoscimento statale del proprio ruolo all'interno della società: l'Italia è infatti uno dei paesi in cui questa figura non è riconosciuta, sotto nessun punto di vista. Un'iniziativa di informazione e sensibilizzazione, per raccontare questo mondo tanto importante quanto nascosto. Spiega Maria Simona Bellini, una delle promotrici:
Obiettivo dell’iniziativa è che finalmente si arrivi al riconoscimento da parte delle istituzioni del lavoro di cura da parte dei caregiver familiari italiani, unici in Europa a non vedersi riconosciuti nemmeno i diritti fondamentali

E' stata anche lanciata una petizione on-line con delle richieste da far presente all'Unione europea
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